Archi: “Difenderemo sempre Tegano. Si parla di valori di sport. Quali?”

Tiene ancora banco la partita tra Sporting Catanzaro Lido e Archi, sospesa a pochi minuti dalla fine dall’arbitro a causa di una zuffa creatasi, a quanto pare, tra le due fazioni. In ogni caso è la squadra reggina ad esporre le sue spiegazioni tramite un comunicato stampa, ammonendo peraltro chi aveva scritto in maniera grossolana l’accaduto: “A seguito di clamorose inesattezze lette sulla stampa, anzi di veri e propri stravolgimenti della realtà, ci vediamo costretti ad intervenire per tutelare la società, la squadra e i tifosi. Innanzitutto, ci teniamo a precisare che l’ultimo incontro è stato sospeso dall’arbitro per motivi diametralmente opposti a quelli riportati da un articolo giornalistico, evidentemente scritto da qualcuno nemmeno presente allo stadio oppure che ha semplicemente visto un’altra partita o, peggio ancora, che è stato accuratamente imbeccato e istruito. Per la precisione, l’arbitro nello spogliatoio, rivolgendosi al nostro dg Laganà, ha espressamente affermato di aver sospeso la partita per garantire l’incolumità dei giocatori dell’Archi, visto che la panchina dello Sporting Catanzaro Lido era molto agitata. E’ il direttore di gara stesso, dunque, a smentire l’artefatto racconto di quanto accaduto, perché è stata la panchina dei padroni di casa a scagliarsi contro il nostro Tegano e non il contrario”. Ed ancora: “Noi difendiamo e difenderemo sempre il ragazzo, ingiustamente discriminato per il cognome che porta. Con spirito di sacrificio ed amore per lo sport e i colori biancazzurri, oltre che per amore del proprio quartiere, ha deciso di far parte della grande famiglia del Comprensorio Archi, impegnandosi al massimo senza alcuna pretesa economica. Veri e propri abusi, non sapremmo come altro definirli, al limite (e forse oltre) della discriminazione: l’espulsione, con due giornate di squalifica, a Roccella; la gomitata in testa ai suoi danni nell’incontro contro il Capo Vaticano (nessun provvedimento preso contro l’avversario); la brutta gomitata al volto ad Africo (anche in questo caso senza nessuna sanzione arbitrale). Il bersaglio di questo vero e proprio razzismo è sempre lui. Si fa presto a lanciare messaggi sui valori dello sport (amicizia, rispetto, lealtà, l’importanza dello stare insieme) da parte della Federazione ma, poi, concretamente, bisogna aiutare i ragazzi che vogliono metterli in pratica su un campo da gioco, a prescindere dal cognome o, forse, bisognerebbe farlo proprio in virtù di una eredità pesante che, invece, al contrario, risulta essere un macigno enorme, esclusivamente per pregiudizio. Il Comprensorio Archi e la sua bella storia, fatta d’impegno, sacrifici e voglia di ben figurare nel Campionato di Promozione, forse non a tutti piace. Addirittura è scomoda per qualcuno. Invece, dovrebbe essere adeguatamente accompagnata dalle istituzioni, sportive e non, e seguita correttamente dai media. Così, purtroppo, dobbiamo amaramente constatare che non è. Anzi, ogni occasione sembra buona per infierire contro questa importante esperienza di riscatto non solo sportivo ma, anche e soprattutto, sociale.